"CON UN CHIODO FISSO…"
Il soggiorno in montagna
da "Ritrovarci": anno XXX - numero 4 - settembre 2007

 

Il soggiorno in montagna
CON UN CHIODO FISSO…

Dal 22 al 28 luglio, le mamme Anna e Simona, Don Davide e gli educatori Antonio, Luca, Daniele, Martina, Noemi, Elena e Silvia hanno dato vita con i ragazzi al campo ACR 2007. Gli ingredienti: una casa in montagna, una splendida cucina da autogestire, il bivacco, la gita, il gioco, l'attività… Il tema era "Il chiodo fisso" e prendeva spunto dalla storia di un ragazzino di nome Dan che, vissuto al tempo di Gesù, divenne il custode dei chiodi che ferirono il Figlio di Dio sulla croce. Il chiodo fisso nelle varie riflessioni è diventato il simbolo tanto delle nostre piccole e grandi manie da sconfiggere quanto, in positivo, di quei punti fermi di cui ciascuno di noi ha bisogno per crescere.
Qui si è scelto di far parlare alcuni educatori, invitandoli a ripensare alla grazia di quei giorni…

Silvia. Innanzitutto un grazie di dovere perchè la settimana passata a Temù è stata una settimana splendida, che mi ha fatto uscire dalla solita routine, quindi, davvero grazie. Mi ha fatto capire tanti valori che vanno fuori dalle solite cose, e mi ha dato veramente tante soddisfazioni, facendomi capire quello che si prova veramente nell'educare i bambini e nel poter dare un esempio da seguire. Mi è piaciuta anche la compagnia, che spero sarà la stessa l'anno prossimo, magari anche con dei nuovi arrivati!
Quindi, grazie.
Spero, anzi, mi convinco, del fatto che ci sarà un anno prossimo perchè è un'esperienza che consiglio davvero, sotto tutti gli aspetti, non solo vista da fuori, ma anche vissuta veramente dal di dentro e non potrà non ripetersi.

Noe. Anch'io ho nostalgia di Temù e a proposito di questo, pensando e ripensando, posso solo dire che, per quanto mi riguarda, è andato tutto benissimo. Non cambierei niente. Forse, come diceva anche don Davide, l'anno prossimo si potrebbe celebrare la S. Messa nella chiesetta vicino alla funivia, sarebbe molto bello e suggestivo. Inoltre per quanto riguarda il bivacco sarebbe bello e molto più comodo se ci fosse uno spazio un po' più grande. Ma queste sono solo piccolezze... mi sono divertita tanto, sono stata davvero molto bene, ho imparato tante cose, oltre che numerose… ricette e, insieme, ai bambini sono cresciuta un po' anch'io. 

M. A..Ciao mi stavo quasi dimenticando del punto della situazione a Temù.
La cosa principale che ho pensato è questa: qualcuno una volta mi ha detto che con i bambini non importa tanto cosa fai ma come lo fai. Cioè che i bambini si affezionano, si entusiasmano e si fanno trascinare se vedono e sentono nell'aria che tra i grandi c'è amicizia e volersi bene. Anche Sant'Agostino lo diceva: "Ama et fac quid vis" (è forse l'unica cosa che so di sant'Agostino).
Sono convinta che la cosa più grande che abbiamo saputo fare a Temù è stata questa e ho capito che chi mi ha detto quelle cose aveva ragione. E allora sorge la domanda "ma non è che tutto questo c'entra maledettamente con Gesù?" e la risposta è, ovviamente, sì.
Non dimenticherò mai questi bellissimi giorni, che per me sono stati anche una conferma di cose capite in teoria e ora anche in pratica.
Il difficile adesso sarà far durare questa cosa bella che abbiamo incontrato a Temù, perchè - mi ha detto qualcun altro - "tutto parte da un emozione ma continua con una decisione", cioè la decisione (il chiodo fisso) di starci fino in fondo e di portare a casa veramente qualcosa, cosa che per me è la parte più difficile.
Adesso la pianto però, ho già parlato troppo.Grazie di cuore per tutto.

Elena. Penso che questa esperienza sia stata costruttiva sia per i bambini che per gli educatori: i primi hanno imparato a cavarsela da soli nelle più svariate situazioni (dal rifarsi il letto al non piangere se ci si sbuccia il ginocchio, dal preparare la tavola al fare la doccia nel più breve tempo possibile - anche se su quest’ultimo punto avrei qualcosa da dire…), e i secondi hanno imparato a prendersi la responsabilità di avere dei piccoli da seguire, a dedicare loro mille attenzioni, a sgridarli se necessario e a partecipare con loro alle varie attività.
P.S. Da parte mia posso dire che questa settimana non è stata certo rilassante, però sicuramente lo farei ancora, perché penso che se i bambini imparano adesso a cavarsela, a stare in gruppo, a sottostare alle autorità o, comunque, a chi è più grande di loro, gli servirà nel futuro… e la stessa cosa vale anche per me. Sono sicura che quando ripenseranno a Temù non si ricorderanno solo di un campo estivo, bensì di un’esperienza costruttiva che li ha portati più vicini al Signore anche con l’aiuto degli amici e degli educatori.


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