"Con il “miraggio” della Terra Santa"
A causa delle note vicende, un gruppo di giovani della nostra parrocchia ha dovuto rinunciare al pellegrinaggio in Terra Santa. La Federazione Oratori ha proposto un'alternativa che uno di essi, tra l'altro di origine polacca, ha accettato. Questo il bel diario di quei giorni
da "Ritrovarci": anno XXIX - numero 4 - ottobre 2006

Andrea Ferrari

Con il “miraggio” della Terra Santa
A causa delle note vicende, un gruppo di giovani della nostra parrocchia ha dovuto rinunciare al pellegrinaggio in Terra Santa. La Federazione Oratori ha proposto un'alternativa che uno di essi, tra l'altro di origine polacca, ha accettato. Questo il bel diario di quei giorni

La diocesi, anche quest’anno, ha proposto un pellegrinaggio per i nostri giovani, e la destinazione era la terra di Gesù. Appena arrivata la comunicazione del pellegrinaggio ero entusiasta della proposta, tant'è che aderii subito di buon grado. Intanto le tv parlavano della guerra libano–israeliana e della situazione palestinese sempre più complessa e più drammatica. Poche settimane prima della partenza arriva la comunicazione che il pellegrinaggio “salta” a causa proprio di questi disguidi e disagi del Medio Oriente. La controproposta è comunque entusiasmante: pellegrinaggio in Polonia, sulle orme di Papa Giovanni Paolo II. Questa idea mi affascina fin da subito, ma sono l’unico della parrocchia a parteciparvi.
I preparativi urgono, il cuore batte all’impazzata, sia per la vacanza, che per il viaggio, ma soprattutto perché dopo quindici anni si consuma il tanto sperato ritorno in “Patria”.
La sveglia del 17 Agosto è alle ore 5:00 precise, colazione veloce e poi, via, verso Cremona.
Al parcheggio del pullman trovo gente già conosciuta durante le scorse giornate mondiali dei giovani di Toronto e Colonia e quindi l’atmosfera è già di festa. Per ultimo arriva sua Eccelenza, il nostro Vescovo, Monsignor Dante Lafranconi; poi comincia il viaggio di 56 pellegrini (ma non troppo). L’atmosfera è silenziosa e piuttosto assonnata, ma ben presto si riscalda con qualche canto e la preghiera del rosario. Il viaggio è estenuante, ma carico di humor, divertimento e preghiera.. La prima tappa del nostro viaggio è raggiunta in serata, Bratislava, la capitale della Slovacchia, chiamata anche l’”ombelico” d’Europa, vista la posizione geografica strategica e la sua storia. Il giorno seguente la visita della cattedrale, con la S. Messa, celebrata dal nostro Vescovo e concelebrata dai nostri 5 sacerdoti accompagnatori. Quello delle S. Messe è stato un momento d’unione tra noi pellegrini, visto che scandiva il ritmo di ogni nostra giornata. Bratislava è la città che prima della seconda guerra mondiale conteneva il massimo numero di ebrei dell’Europa, quasi tutti sterminati dai nazisti. È stata la sede dei sovrani asburgici per circa due secoli.
La seconda meta del nostro viaggio è Cracovia, ma per me è stata la frontiera polacca. Appena attraversata c’è la sosta per il cambio moneta. Scendo dal pullman, mi inginocchio e bacio il suolo, con tanto di foto incorporata, visto che il paparazzo della diocesi era presente. Finalmente a “ casa”, ma che dico, nella ex casa. L’arrivo a Cracovia è in serata. Cracovia è una città magnifica, ricostruita fedelmente dopo la seconda guerra mondiale, con la splendida cattedrale e il drago di Wavel, e la Wistola.
Terza tappa del viaggio è la città di Auswitsch–Birchenau, per la visita del campo di concentramento più famoso del mondo e della storia umana, di cui risparmio le particolari emozioni provate durante la visita della cella di Padre Massimiliano Kolbe, delle celle a gas e dei forni crematori.
La quarta tappa del viaggio è la più bella e ricca di sensazioni: Cestochowa. La capitale della cristianità Polacca. Milioni di pellegrini col naso all’insù per ammirare e venerare l’effige della Madonna Nera. Messe su messe, rosari, adorazioni eucaristiche, ecc… tutto per la Regina dell’umanità. Una devozione fortissima. Abbiamo avuto la grande opportunità di entrare nella cappelletta, assistere al rosario in tutte le lingue del mondo e soprattutto alla chiusura della sacra effige e partecipare con devozione alla celebrazione della Santa Messa. Accanto all’effige ci sono due simboli: una rosa d’oro, offerta in dono alla Madonna dal defunto Papa nel ’94 in occasione della GMG e la stola insanguinata sempre del medesimo, per ringraziare la madonna di averlo protetto durante l’attentato subito in piazza S. Pietro nell’81.
La quinta tappa del viaggio è sulla via del ritorno: Praga. Una città dai tanti volti, dove il “ vecchio” ed il “nuovo” convivono in armonia. A Praga abbiamo avuto l’onore di incontrare l’arcivescovo, il cardinale Wlk e visitare la chiesa del famoso “Bambino” di Praga, di cui ci è stata donata una riproduzione.
L’arrivo a Cremona è avvenuto nella tarda notte ( ore 3:00) del giorno 25 Agosto. Felici e stanchi, i pellegrini “polacchini”, come amavamo chiamarci dal primo giorno, si sono dati appuntamento per una rimpatriata e al prossimo pellegrinaggio, sperando che la terra santa non sia più solo un miraggio.
Andrea Ferrari


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