“Cari genitori, cari educatori…”
Papa Benedetto XVI, parlando ai bambini della Prima Comunione durante la celebrazione del Vespro nel Duomo di Monaco di Baviera lo scorso 10 settembre, si è rivolto anche ai genitori, agli insegnanti e agli educatori con queste semplici e impegnative parole.
da "Ritrovarci": anno XXIX - numero 4 - ottobre 2006

Benedetto XVI

“Cari genitori, cari educatori…”
Papa Benedetto XVI, parlando ai bambini della Prima Comunione durante la celebrazione del Vespro nel Duomo di Monaco di Baviera lo scorso 10 settembre, si è rivolto anche ai genitori, agli insegnanti e agli educatori con queste semplici e impegnative parole.


“Cari genitori! Vorrei invitarvi vivamente ad aiutare i vostri bambini a credere, invitarvi ad accompagnarli nel loro cammino verso la Prima Comunione, un cammino che poi continua anche dopo, ad accompagnarli nel loro cammino verso Gesù e con Gesù. Vi prego, andate insieme con i vostri bambini in chiesa per partecipare alla Celebrazione eucaristica della domenica! Voi vedrete che questo non è tempo perso; è invece ciò che tiene la famiglia veramente unita, dandole il suo centro. La domenica diventa più bella, tutta la settimana diventa più bella, se insieme partecipate alla Liturgia domenicale. E, per favore, pregate a anche a casa insieme: a tavola e prima di andare a dormire. La preghiera ci porta non solo verso Dio, ma anche l’uno verso l’altro. E’ una forza di pace e di gioia. La vita nella famiglia diventa più festosa e acquista un più ampio respiro, se Dio vi è presente e si sperimenta questa sua vicinanza nella preghiera.

Cari insegnanti di religione e cari educatori! Vi prego di cuore di tener presente nella scuola la ricerca di Dio, di quel Dio che in Gesù Cristo si è reso a noi visibile. So che nel nostro mondo pluralista è difficile avviare nella scuola il discorso sulla fede. Ma non è affatto sufficiente che i bambini e i giovani acquistino nella scuola soltando delle conoscenze e delle abilità tecniche, e non i criteri che alle conoscenze e alle abilità danno un orientamento e un senso. Stimolate gli alunni a porre domande non soltanto su questo e su quello – cosa buona anche questa -, ma a chiedere soprattutto sul ‘da dove’ e sul ‘verso dove’ della nostra vita. Aiutateli a rendersi conto che tutte la risposte che non giungono fino a Dio sono troppe corte”.



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