"LA (MANCATA) CASA DELLA GIOVENTU’"
 
da "Ritrovarci": anno XXIX - numero speciale - aprile 2006

 

LA (MANCATA) CASA DELLA GIOVENTU’
:
La situazione delle strutture destinate alla gioventù all’inizio del ministero di mons. Marini, era alquanto precaria.
L’Oratorio femminile non aveva una propria sede. La modesta attività era ospitata presso gli Istituti religiosi (Asilo Chiozzi, Provvidenza).
Per l’oratorio maschile erano invece disponibili pochi locali, nella parte dell’edificio a lato della chiesa di San Francesco rimasti alla Parrocchia dopo la soppressione del convento: al piano superiore l’abitazione del sacerdote; al piano terreno quattro stanze ed una cappelletta, già cripta dell’antica chiesa distrutta. Per la ricreazione all’aperto esisteva solo lo spazio cortilizio, nell’area tuttora esistente fra l’edificio e la strada. Ma allora i ragazzi sapevano divertirsi ricercando occasioni di gioco anche nelle piccole cose.
Nonostante l’esiguità delle strutture, era frequentato abitualmente da oltre un centinaio di ragazzi e di giovani, con un’intensa attività sia catechistica che dell’Associazione giovanile di Azione Cattolica, attiva già dal 1914 come Circolo Cattolico Alessandro Manzoni.
La fotografia qui pubblicata, risalente all’anno 1942 circa, rappresenta il gruppo di ragazzi e giovani frequentanti gli oratori maschile e femminile dopo una particolare funzione religiosa. Accanto all’abate, al canonico don Cesare Sermide ed ai vicari don Felice Milani, don Guido Gobbi Frattini si possono contare nella fotografia duecentosessantasei oratoriani.
Dopo la fine del periodo bellico si presentava impellente la necessità di un radicale intervento. Tuttavia la parrocchia non possedeva risorse nemmeno sufficienti per la gestione ordinaria, alla quale l’abate già contribuiva con i redditi personali del proprio beneficio, allora dotato di un buon patrimonio (risorsa questa ora non più disponibile perché da anni confluita nell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero).
Monsignor Marini acconsentì a mettere a disposizione una parte del proprio beneficio per acquisire edifici ed aree limitrofe all’oratorio, assumendo inoltre l’onere del finanziamento dei lavori necessari. Fu impostato un piano a lungo termine per realizzare una Casa della Gioventù, in un’ottica interparrocchiale, non solo per gli oratori maschile e femminile, ma anche per le altre attività parrocchiali. Il disegno era ancor più valido perché era già assicurata dal lascito Vallari la possibilità di aprire al culto entro tempi certi anche la chiesa di S. Francesco.
Venne pertanto acquisito nel 1947 l’intero fabbricato già posseduto solo parzialmente, con l’ampia area retrostante da destinare alle attività ricreative, nonché un altro fabbricato adiacente, mediante la cessione in permuta di un centinaio di pertiche di ottimo terreno agricolo. Entro il 1948 era già ultimato il primo lotto di lavori di ristrutturazione, finanziati da un ’anticipazione concessa dalla Diocesi e da estinguersi a carico del beneficio abbaziale. Il nuovo oratorio maschile comprendeva, oltre ad un dignitoso appartamento per il sacerdote, una decina di locali ed un campo di gioco di circa cinquemila metri quadrati.
Dopo un necessario periodo di sosta per ammortizzare il debito assunto, era prevista la ripresa dei lavori per completare gradualmente l’opera programmata.
Ma la morte di mons. Marini determinò ben presto l’abbandono del piano originale. Il successore mons. Brioni ritenne opportuno destinare agli oratori parte del palazzo abbaziale, eliminando il teatro. Nell’edificio di San Francesco venne nel 1962 trasferito il Collegio don Bosco, nel frattempo divenuto vescovile.


torna su