| I PENSIERI DI ROSALIAPoesie di Dio: "Quante strade"
 Piegato in due, tutto spiegazzato, ho ritrovato fra le mie cose un "block 
        notes" pieno di miei appunti. Segnate tra le note dell'anno 1996 
        compaiono alcune frasi che risalgono ad un incontro del corso AVO.
 Don Angelo Aldighieri, l'oratore, di cui ricordo bene la semplicità, 
        l'ardore, la schiettezza del pensiero nel dire: "Rimettere Cristo 
        in circolazione. Gesù sulle strade, pensiamo alle strade normali: 
        rumore, confusione. Lì passa Gesù. Dio dentro le strade 
        degli uomini. Oggi non basta più il tempio, non bastano più 
        le tradizioni, occorrono delle forti emozioni interne ......".
 Ed io, oggi , tempo di Quaresima, ho creato le strade in casa mia, ho 
        portato le voci dentro, intorno a me; c'è anche la voce del telegiornale; 
        sono tante. Cerco di fare spazio: spengo la TV. Rispondo alla voce di 
        Claudio. Mi aiuta una poesia che trovo sul libro "Poesie di Dio" 
        di Enzo Bianchi, Priore della Comunità di Bose .....(pausa) .... 
        - Don Alberto, perchè non torniamo ancora in quel monastero?
 Il libro del biblista Bianchi, "Poesie di Dio", è una 
        singolare antologia di poesia religiosa, un itinerario spirituale del 
        '900 italiano: Montale, Ungaretti, Rebora, Testori, Luzi, Merini e tanti 
        altri poeti, anche meno noti; sono centosettantacinque poesie.
 A c
 Claudio voglio dedicare "Quante strade" di Elena Bono:
 "Quante strade
 e non ce n'è una per me.
 quanti sogni
 e non uno più da sognare.
 Dolore sopra dolore:
 passo dietro passo.
 Ma ti raggiungerò
 mio Dio."
 So di Claudio, che non conosco di persona, ma solo attraverso una strana 
        coincidenza.
 Ritorno indietro, a Natale. Mia nipote Edit viene a vedere il mio presepe. 
        Intorno, per coprire, ho usato la carta roccia che ho velato con tenti 
        volti di bambine e di ragazzi sorridenti, bianchi e neri. Una sola foto 
        è di un giovane uomo sdraiato su una strana sedia a rotelle; attorno 
        a lui il volto sorridente di tre giovani donne. Il loro sorriso mi sorprende: 
        come sipuò essere così sereni, quasi felici, dietro la sedia 
        a rotelle di Claudio, colpito da sclerosi laterale amiotrofica? Stacco 
        l'articolo, lo nascondo dietro la carta roccia e metto la foto davanti.
 Edit è sorpresa dall'immagine. Prende l'articolo e mi spiega che 
        il suo principale, dove è impiegata qui in città, è 
        amico di Claudio e ha fatto dono a tutti i dipendenti del suo libro "Signore, 
        dov'eri? Diario di un guerriero mai domo."
 Edit mi presta il libro ed ora anch'io conosco Claudio. Vive nell'ospedale 
        di Correggio. Nono si muove, non parla, è ancorato ai tubi di una 
        macchina, giorno e notte, per respirare. Si fa capire col movimento delle 
        pupille: E' nutrito con una sonda .... non vado oltre. Mi ricorda Giovanna 
        Benzi.
 Claudio, con un dito comanda una macchina col programma di scrittura a 
        scansione. Così, sillaba dopo sillaba, cerca Dio: "Signore, 
        dov'eri?". Lo fa avolte con lo scntro, a volte con parole dolci. 
        Claudio è nativo di Traversetolo, ingegnere elettronico, aveva 
        una figura atletica, sportivo. I suoi tesori sono una figlia di 23 anni 
        e gli amici più cari. Nel 1977 ha iniziato la sua battaglia contro 
        la malattia. E non è il solo!
 Confesso che a fatica ho letto il suo diario; forte l'emozione che ha 
        suscitato in me, con un miscuglio di ragionevole rabbia, mentre egli domanda: 
        "Signore, cosa vuoi ancora da me? Cosa? Cosa?" E vive dimenticando 
        il suo corpo.Non cerca l'eutanasia, anche nelle sue ore di disperazione; 
        cerca Dio.
 Signore, quale coraggio ho io ora di lamentarmi?
 Riprendo le parole di Don Alberto dell'omelia della seconda Domenica di 
        Quaresima "... affrontare le prove della vita e andare avanti giorno 
        dopo giorno; la nostra vita è abitata dalla voce di Dio."
 Questo è bello. Ecco perchè nel mio silenzio non sono mai 
        sola. Dio come amico. Gli posso dire quello che mi passa per la mente 
        e mi sento meglio. Rido, piango, mi arrabbio: in fondo è colui 
        che più mi capisce. Dio non vuole imporsi e mi lascia ragionare 
        il più possibile sul mistero della mia fede cristiana.
 Cari amici di Ritrovarci, coi miei pensieri non vi ho certamente rallegrato; 
        però vi ho donato un momento di pausa da tutte le discussioni, 
        parole, promesse e scontri elettorali che ci portano al 9 aprile.
 Tante le strade. Cerchiamo quella che non tradisce gli ideali, gli insegnamenti, 
        la libertà, i valori in cui crediamo.
 Con tanti auguri.
 
 Rosalia Adorni Fadani
 
 |