| Un commento al bilancioIn attivo il bilancio del 2005, ma è ancora privo delle spese per 
        la nuova rampa di accesso al Duomo. In vendita l'area dell'ex Collegio 
        "Don Bosco", al fine di iniziare la grande opera di restauro 
        dell'ex Palazzo abbaziale. Un appello alla generosità dei parrocchiani, 
        che può rinascere solo da una convinta e fattiva appartenenza alla 
        Comunità cristiana e alle sue finalità educative.
 Come ogni anno, la nostra parrocchia presenta a tutti la propria situazione 
        finanziaria.
 Anzitutto un vivo grazie va a tutti quei parrocchiani che hanno risposto 
        con generosità al nostro appello, soprattutto in occasione delle 
        festività natalizie.
 Il bilancio del 2005 si chiude con un attivo di circa 28 mila euro. Ma 
        nei primi mesi dell'anno abbiamo cominciato già a saldare le prime 
        fatture della nuova rampa di accesso al Duomo, che costerà complessivamente 
        circa 40 mila euro: dunque l'attivo del bilancio si trasformerà 
        in
 passivo, se non entrano altre offerte.
 Per quanto attiene alla carità, ricordo che ogni anno versiamo 
        alcune tasse per la Casa dell'Accoglienza. Non entrano, poi, nel bilancio 
        parrocchiale alcune iniziative di carità, come ad esempio la Giornata 
        per la San Vincenzo, la raccolta di alcuni missionari di passaggio, la 
        raccolta di fratel Zambotto, alcune offerte mirate che il parroco autonomamente 
        e con discrezione distribuisce ad alcune famiglie in difficoltà, 
        la tanta carità spicciola (elemosina) distribuita alla porta della 
        casa parrocchiale (in media 10-15 persone alla settimana, alle quali viene 
        data un'offerta in cibo o in danaro).
 Stiamo anche attendendo le autorizzazioni per la vendita del Don Bosco, 
        il cui ricavato sarà totalmente impiegato (anche se non è 
        certo sufficiente!) per il restauro dell'ex Palazzo abbaziale, che giace 
        da decenni in condizioni a dir poco miserevoli. Abbiamo già inoltrato 
        alla Sovrintendenza di Brescia i (costosi) progetti per il rinnovo di 
        tale palazzo, che dovrà diventare la sede del Centro pastorale 
        della nostra parrocchia.
 Ogni anno ripeto sempre che altre parrocchie della nostra Diocesi, della 
        stessa entità della nostra, hanno offerte notevolmente superiori. 
        C'è forse più povertà a Casalmaggiore? Non lo escludo: 
        ci sono fasce della popolazione che sono costrette a vivere con un reddito 
        molto basso. O c'è disaffezione nei confronti della parrocchia? 
        Non lo escludo. Non sempre viene apprezzato il ruolo educativo e formativo 
        che hanno la parrocchia e l'oratorio nella vita delle nostre famiglie? 
        Questa mi sembra essere una delle cause maggiori, che si riflette anche 
        in tanti altri aspetti della vita parrocchiale.
 Rivolgo dunque un forte invito, soprattutto alla domenica, nell'offerta 
        alla messa: sentiamoci impegnati - lo dico ogni anno e lo ripetiamo ancora 
        - a donare alla parrocchia almeno il corrispettivo di un cappuccio e brioche!
 Ai genitori suggerisco anche di educare i propri figli a fare la loro 
        piccola offerta in chiesa: non c'è più nessun ragazzo che 
        mette nel cestino qualcosa. E' un piccolo segnale di una gran cattiva 
        abitudine e di una non avvertita appartenenza alla propria comunità 
        cristiana.
 Continuo a suggerire anche di far dono alla parrocchia di qualche lascito 
        un po' consistente in occasione della morte di un familiare o di un parente, 
        o nel proprio testamento. Se questo succede in tante altre parrocchie, 
        perché a Casalmaggiore non ho ancora avuto la gioia di un bel dono 
        alla nostra parrocchia? Anche questo è un modo per testimoniare 
        la nostra fede cristiana e per riconoscere la preziosità e la gioia 
        della nostra appartenenza alla famiglia parrocchiale.
 La parrocchia non è dei preti che passano, ma è di tutta 
        la comunità che resta.
  Don Albertoe i membri del Consiglio Parrocchiale
 per gli affari economici
 
 
 
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