"Una Summa della dottrina cattolica"
Il 28 giugno scorso Papa Benedetto XVI ha consegnato alla Chiesa e agli uomini di buona volontà il "Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica". Abbiamo rivolto al nostro parroco qualche domanda su questo nuovo testo, destinato a segnare un nuovo cammino nella tradizione della Chiesa cattolica.
da "Ritrovarci": anno XXVIII - numero 3 - ottobre 2005

 

Perché un Compendio?
"Anzitutto per ridare al popolo cristiano uno strumento che contenga i contenuti essenziali, lucidamente espressi, della nostra fede cattolica. Siamo in un'epoca di annebbiamenti e di distrazioni. Anche la fede cattolica corre il rischio di essere consegnata alle mode culturali, subendone il fascino e a volte le manipolazioni. Basta rendersi conto delle parole che oggi sono di moda nei nostri ambienti: non riguardano più la fede, l'evangelizzazione, il peccato, la santità, la preghiera…, bensì il dialogo, l'accoglienza, la pace, la salvaguardia del creato, l'abolizione della pena capitale, i diritti umani… Certo, non c'è alcuna opposizione fra questi due gruppi di temi, per un cristiano vero. Ma non c'è dubbio che nessun dialogo può sostituire l'evangelizzazione, che l'accoglienza dello straniero e di chiunque professi qualsiasi altro credo religioso non deve attenuare o annullare la propria identità cristiana, che fra i diritti umani fondamentali va difesa la libertà religiosa, che fra pacifismo ideologico e impegno evangelico per la pace corre una certa differenza. Da qui la necessità di un Catechismo, semplice nella forma, ma vigoroso nei contenuti. Nessun discepolo di Gesù, insomma, dovrà arrossire, se afferma che la sola 'vera religione' - per usare le espressioni di S. Agostino - è quella proclamata da Cristo. Nessun discepolo di Gesù dovrà vergognarsi di ammettere che, accanto al Dio cristiano, non ci sono e non ci possono essere altre divinità, proprio perché Dio - il Dio di tutti gli uomini - non può che essere uno, ed è il Padre di nostro Signore Gesù Cristo. Questa è sempre stata la fede dei cristiani. L'averla ribadita qualche anno fa, nella Dominus Iesus, è costata al card. Ratzinger l'accusa di fondamentalismo. Ratzinger non ha fatto altro - e non poteva fare diversamente - che riaffermare la verità cristiana, splendidamente racchiusa in una espressione dell'apostolo Pietro: 'Non c'è in alcun altro la salvezza; nessun altro nome infatti sotto il cielo è stato concesso agli uomini, per il quale siamo destinati a salvarci' (cf. Atti, 4,12)".


In che rapporto sta questo nuovo Catechismo con il testo precedente?
"Il Catechismo della Chiesa Cattolica era stato pubblicato nel 1992, trovando una favorevole accoglienza soprattutto presso l'episcopato, i sacerdoti e tutti coloro che vogliono approfondire la fede cattolica. Si tratta di un testo molto denso e molto ricco di contenuti, una vera e propria Summa della dottrina cattolica, ma difficilmente accessibile alla maggior parte dei fedeli, anche per la sua mole. Da qui l'esigenza, formalizzata durante il Congresso Catechistico internazionale del 2003, di un testo più breve, più sintetico, più maneggevole. Ne è nato un volume di duecento pagine (rispetto alle oltre 900 del Catechismo), che raccoglie in 598 domande e risposte la sintesi del Catechismo promulgato nel 1992".


Come mai il Compendio è fatto a domande e a risposte?

"Il nuovo testo è effettivamente strutturato in forma dialogica, come fosse un dialogo tra il maestro e il discepolo. E' lo stesso card. Ratzinger, che ha scritto da cardinale l'introduzione al Compendio, ad illustrare questa caratteristica, che riprende un antico genere letterario catechistico, fatto di domande e di risposte. 'Si tratta - scrive il card. Ratzinger - di riproporre un dialogo ideale tra il maestro e il discepolo, mediante una sequenza incalzante di interrogativi, che coinvolgono il lettore invitandolo a proseguire nella scoperta dei sempre nuovi aspetti della verità della sua fede. Il genere dialogico concorre anche ad abbreviare notevolmente il testo, riducendolo all'essenziale'. Questo potrebbe anche favorire la memorizzazione di qualche contenuto. Uno dei limiti, infatti, dell'attuale stagione catechistica è la quasi totale assenza di ogni memorizzazione: il che porta a dimenticare ben presto i contenuti più importanti della nostra fede. E' risaputo che quel che si apprende a memoria nella stagione giovanile della vita copre l'intero arco dell'esistenza. Se ciò che si apprende a memoria sono le parole essenziali della fede e le principali preghiere della tradizione cristiana, ciò riaffiora a distanza di anni e può riaccendere, laddove per tanti motivi si è andata spegnendo, una prospettiva di fede, soprattutto di fronte agli scogli inevitabili che si incontrano nella navigazione dell'esistenza".


Il Compendio risulta anche arricchito di immagini riprese dall'arte sacra.

"Sì, il nuovo testo presenta 15 splendide tavole a colori (con la relative pagine di commento, tra le meglio riuscite del Compendio) che riportano alcune delle opere fondamentali dell'arte cristiana di tutti i tempi. 'Le immagine sacre - ha spiegato Benedetto XVI durante la cerimonia di presentazione del testo - con la loro bellezza sono anch'esse annuncio evangelico ed esprimono lo splendore della verità cattolica, mostrando la suprema armonia tra il buono e il bello, tra la via veritatis e la via pulchritudinis'. Tra le opere d'arte riprodotte ci sono l'icona di Cristo 'Pantocrator' di Teofanie di Creta (1546), il 'Trittico dei sette sacramenti' di Roger van der Weyden; due opere di El Greco ('San Giovanni contempla l'Immacolata Concezione' e 'L'orazione di Gesù nell'orto'), e 'Il Discorso della montagna' del Beato Angelico. C'è anche un'immagine molto recente, quella del mosaico di Cristo sulla croce abbracciato da Maria, che si trova nella Cappella 'Redemptoris Mater' in Vaticano, realizzato in occasione del grande giubileo del 2000 dal gesuita Marco Ivan Rupnik. Finalmente il Papa restituisce l'immagine al popolo di Dio. E l'immagine non è soltanto un aiuto e un supporto alla comprensione della fede cristiana. E' lo stesso mistero cristiano che si incarna nella vita dell'uomo. Dunque l'immagine ha un ruolo strutturale nell'esperienza cristiana, proprio perché Dio stesso si è reso visibile nel Figlio. Il Verbo di Dio si è fatto carne perché noi potessimo contemplarlo, vederlo, toccarlo con mano, come dice San Giovanni nella sua prima lettera. Se nell'Antico Testamento Dio aveva parlato per mezzo dei profeti, ora la parola è per così dire scavalcata dalla realtà: Dio ha deciso di comunicare con l'umanità non solo attraverso le parole, ma attraverso l'incarnazione del Figlio. Tutto il Nuovo Testamento insiste su questa nuova e originale modalità di comunicazione da parte di Dio: una comunicazione anche e soprattutto visiva, e non solo orale. Ciò ha conseguenze enormi per l'esperienza cristiana, che non è affidata ad un club di intellettuali e di gnostici, e nemmeno ad un salotto di sapienti e di teologi, ma è affidata ad un popolo che contempla nel Cristo e nella sua vicenda umana l'irradiazione stessa della gloria di Dio".


Ci sono altre caratteristiche del Compendio, degne di rilievo?
"Sì, ad esempio la doppia appendice che conclude il nuovo testo. Nella prima vengono presentate le Preghiere comuni, dal segno della croce al Padre nostro fino ad una preghiera per i defunti e l'atto di dolore. La seconda appendice riporta alcune formule di dottrina cattolica, come i sette doni dello Spirito Santo, le opere di misericordia corporale e spirituale, le Beatitudini, i novissimi… Da notare che le preghiere, tranne alcune di tradizione orientale, sono pubblicate anche nella versione latina. 'Il loro apprendimento, anche in questa lingua - ha ribadito papa Benedetto durante la cerimonia di presentazione - faciliterà il pregare insieme da parte dei fedeli cristiani appartenenti a lingue diverse, specialmente quando si incontreranno insieme per particolari circostanze. Come già dissi nel 1997, in occasione della presentazione al mio venerato predecessore dell'edizione tipica latina del Catechismo della Chiesa cattolica, proprio nella molteplicità delle lingue e delle culture, il latino, per tanti secoli veicolo e strumento della cultura cristiana, garantisce non solo la continuità con le nostre radici, ma rimane quanto mai rilevante per rinsaldare i legami dell'unità della fede nella comunione della Chiesa'. Ci voleva un papa tedesco per ribadire cose di per sé molto sagge e molto ovvie! L'uso del latino, dunque, non è una semplice 'operazione museale', ma richiama il cuore culturale del nostro Occidente, che ha accolto cordialmente il messaggio del Vangelo e che ha prodotto testi liturgici di alto valore anche poetico e artistico, degni di essere equiparati ai grandi autori classici."


Come sarà utilizzato questo nuovo testo?
"L'uomo di oggi è assetato di verità. E dunque chi volesse conoscere il Cristianesimo nella sua forma cattolica, ha a disposizione uno strumento autorevole, chiaro, conciso, essenziale. E questo è una fortuna nel clima multiculturale e multireligioso odierno. Come utilizzarlo? Anzitutto negli incontri di catechesi per gli adulti, oggi sempre meno attrezzati nella conoscenza del Cristianesimo. E poi nella trasmissione della fede a cristiani di altre confessioni e a persone di altre religioni, interessate alla nostra fede cattolica. E infine anche nell'itinerario dell'iniziazione cristiana dei nostri ragazzi. Qualche domanda e risposta, anche da imparare a memoria, diventa necessaria per l'apprendimento dei principali contenuti della fede, lasciati troppo facilmente all'imprecisione e forse anche alla banalità e alla debolezza di certo linguaggio di oggi".


torna su