"Giovanni Paolo II e Benedetto XVI"
Sono usciti gli ultimi due Fascicoli della nostra collana parrocchiale, dedicati alla morte di Giovanni Paolo II e alla elezione di Benedetto XVI
da "Ritrovarci": anno XXVIII - numero 2 - maggio 2005

 

Il mese di aprile è stato carico di avvenimenti e anche di grandi emozioni. L'agonia, la morte e i funerali di Papa Wojtyla sono stati vissuti in diretta televisiva da milioni e milioni di persone. Straordinario anche il pellegrinaggio alla salma del Papa, esposta in San Pietro per qualche giorno prima delle solenne esequie.
Il Conclave che ha eletto il card. Ratzinger è stato uno dei più brevi della storia. Il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede - persona già molto conosciuta all'interno della Chiesa, ma anche nel mondo della cultura laica - si è imposto per la sua preparazione dottrinale e culturale, per la sua affinità con gli orientamenti di Giovanni Paolo II e anche per il suo coraggio e la sua paternità nelle ultime omelie che lo hanno posto all'attenzione non solo dei cardinali, ma del mondo intero. A queste due figure sono dedicato gli ultimi due Fascicoli della nostra parrocchia.
Il Fascicolo 46 contiene il Testamento di Giovanni Paolo II; il Rogito - ossia una breve descrizione della sua biografia - deposto nella sua tomba situata nelle Grotte Vaticane; l'Omelia del card. J. Ratzinger, che ha presieduto, in qualità di decano del Sacro Collegio, la messa esequiale del Papa defunto, celebrata in piazza San Pietro venerdì 8 aprile; e l'omelia del nostro parroco durante la messa di suffragio per Giovanni Paolo II, che si è celebrata nel nostro Duomo di Santo Stefano la sera di mercoledì 6 aprile. "La sua lotta contro ogni forma di totalitarismo - dice don Alberto - di sopraffazione, di degrado umano, di relativismo morale, la sua ostinata predicazione sulle radici cristiane dell'Europa, il suo amore alla Tradizione vivente del deposito apostolico come alla fonte autentica di ogni progresso e di ogni riforma nella Chiesa, non provengono da alcuna ideologia politica, non sono ascrivibili a nessuna bottega culturale, non nascondono alcuna strumentalizzazione di parte, ma sgorgano dal suo amore appassionato all'uomo, nel quale risplende l'immagine di Dio e sul quale si riflette lo splendore di Cristo. Riconosciamolo - ha concluso don Alberto - non siamo sempre riusciti a sintonizzare i nostri passi su quelli del Papa. Lui ci precedeva sempre. E noi non siamo stati sempre capaci di andargli dietro".
Il Fascicolo 47 contiene, oltre che una essenziale biografia del nuovo Papa Benedetto XVI, anche le sue ultime omelie: da quella pronunciata nel Duomo di Milano ai funerali di don Giussani nel febbraio scorso, all'omelia della Messa "pro romano pontifice eligendo" appena prima del conclave, al discorso rivolto ai cardinali il giorno dopo la sua elezione, all'omelia della Messa di inizio del suo ministero petrino.
Il card. Ratzinger - scrive don Alberto nella presentazione - "già noto negli ambienti accademici della Chiesa, si è fatto notare anche nel dibattito culturale odierno circa le radici dell'Europa e le derive del pensiero contemporaneo, svolgendo un compito illuminativi del tutto simile al magistero culturale di quel grande personaggio del Novecento che fu Romano Guardini, prete cattolico e grande pensatore, il quale tra gli anni '20 e gli anni '60 del secolo scorso è intervenuto in quasi tutti i nodi culturali e spirituali che hanno caratterizzato il suo tempo, ispirandosi e rilanciando la Katholische Weltanschauung, la visione cattolica del mondo, dentro all'agone culturale del suo tempo, senza complessi di inferiorità". Non soltanto la Chiesa - continua il parroco nella presentazione - "ma anche una buona parte del mondo pare si stia sempre più accorgendo che la presenza e il ministero del Papa della Chiesa cattolica, anche quando non fosse del tutto capito, del tutto apprezzato e amato e addirittura fosse oggetto di contestazione, è comunque un punto di riferimento serio e ineludibile per le grandi questioni dell'esistenza, per i grandi problemi dell'umanità, per il futuro stesso di questo nostro mondo, sempre più dominato dalle ideologie politiche, dai monopoli finanziari, dai poteri mediatici, dalle cupole scientiste e tecnologiche. Il mondo, oggi più che mai, si sta accorgendo di perdere, insieme alla verità, anche la libertà: perché solo la verità - la follia della verità, disse un giorno il card. Ratzinger - tornerà a renderci davvero liberi dalle tante, troppe schiavitù che sono all'origine degli ampi deserti interiori dell'uomo di oggi".


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