I PENSIERI DI ROSALIA
"Appuntamento a Maggio"
 
da "Ritrovarci": anno XXVII - numero 3 - giugno 2004

di Rosalia Adorni Fadani

Accetto l'invito di mio marito per una gita a sorpresa..
In macchina, velocità minima (a piedi io non ho benzina) andiamo alla scoperta di una piccola città di provincia. La trovo rinnovata, diversa: i vecchi muri delle case e le facciate dei palazzi sono stati ridipinti con i colori più svariati, dal tenue pastello a colori decisi e solari.
Sono sorti nuovi rioni, le vie hanno le targhe con nomi di personalità o date storiche più vicine al nostro tempo. Vedo villette con i giardini e belle rose già fiorite. Condomini dalle forme classiche. Casa popolari lineari, con tante finestre e piccoli balconi.
C'è un grande parco nuovo che merita una prossima escursione. Qua e là si vedono vecchie case con muri brutti e scrostati; ma non credo che rimarranno ancora per molto.
Vedo tante persone in bicicletta; donne, bambini, anziani che camminano sui marciapiedi. E' una piccola città ancora amisura d'uomo, anche se il traffico si è fatto più intenso, i sensi unici e i divieti sono aumentati.
Amo questa piccola città. E' la mia Casalmaggiore.
Gli usi, le tradizioni sono rimasti fedeli al passato. La piazza Garibaldi col suo rinomato "Listòn" dove, ancor oggi, si svolge il mercato del sabato. Tante le merci con prezzi accessibili.
E' rinata anche l'Edicola, la casa piccola di Franco Faita.
Attorno alla piazza fanno bella mostra di sé i tanti negozi, impreziositi dalle belle vetrine.
Col tempo bizzarro di quest'anno, ancora non si vedono i tavolini dei caffè "cui magiurén chi ssanta sò e incumincia a ciciarà dli so robi e ad coi chi va avanti e indré in sallistòn".
Da un lato della piazza sono pronte le strutture per l'affissione dei manifesti e delle liste elettorali, questa volta con scelte decisive e importanti.
Casalmaggiore è cambiata: ora sono numerose le persone, le famiglie con i vari dialetti e gli accenti di tante regioni del meridione, e non solo. E' un piccolo gande paese il mio, che da tempo offre ospitalità ad extracomunitari ed anch'essi godono delle abitazioni, degli asili, delle scuole, del lavoro e delle panchine che circondano la piazza. Non c'è ancora molta familiarità con i locali; si sentono tanti e svariati mugugni; ci vuoI tempo; pian piano anche questi si attenueranno.
Se ognuno accettasse i reciproci diritti e doveri, se imparasse a conoscerli e a rispettarli, forse (e dico:forse) l'integrazione tra i popoli e la nuova Europa non potrebbe nascere anche da questi nuovi comportammenti?
Un mio giovane amico mi diceva un giorno:"Tu, Rosalia, sei di una fiducia e di una ingenuità disarmanti". Aveva ragIOne.
Ritorno al giro turistico. Renato mi porta dove è in costruzione la nuova grande sede dell' A.V.I.S. e dove si trova l'area su cui sta sorgendo la nuova scuola.
Girovagando ritrovo l'amata via che porta al Duomo, la mia cara chiesa di tutte le domeniche e di tutte le date che hanno segnato le tappe principali della mia esistenza. Vedo l'oratorio "Maffei" con il salone vestito a festa, molto bello ed accogliente.
Ora che abito in via Bixio, c'è una piccola strada che mi gira intorno e mi porta in breve alla bella chiesa di San Francesco dove trovo sempre la serena accoglienza che dona la casa di Dio.
Il mio libero girovagare per oggi finisce. Non sono entrata nello scolorito problema degli anziani, dove non basta ridipingere i muri delle case o delle stanze per non trovarsi senza le risorse necessarie per entrarvi ed abitarvi. Anche loro, e sono tanti, sono in attesa di vedere "nuovi colori", conformi alla loro età.
Appuntamento a maggio. Questa è la sera. Nel mio rione ci ritroviamo per la recita del Rosario: Don Alberto recita le cinquanta "Ave Maria" dedicate alla Madonna, con le attuali intenzioni. La Madonnina posta sotto la grande magnolia quest'anno brilla ancor più; tanta la luce, tanti i fiori sul piccolo altare preparato con amore dai devoti amici del condominio del civico 69. Grazie. I presenti al Rosario sono pochi; mancano in tanti, ma la forza delle nostre voci fa arrivare in alto le parole dell' Ave Maria e le fa entrare con l'aria in ogni stanza e le fa sentire.
Il Rosario non è cambiato: sono sempre le stesse parole che uscivano dalla demolita chiesa di San Rocco, vicino all'argine, nel 1942. Sempre a Maggio, ancora guerra.. E sempre, Maria veniva invocata da tutte le genti:"Regina della pace, prega per noi!"

Rosalia Adorni F adani


torna su