L'incontro di Agorà del gennaio scorso
"L'uomo di fronte al totalitarismo"
Ospite: Marta Dell'Asta, autrice del volume "Una via per incominciare. Il dissenso in URSS dal 1917 al 1990.
da "Ritrovarci": anno XXVII - numero 2 - aprile 2004

di Giovanni Borsella

Nel salone rinnovato dell'Oratorio "Maffei", Marta Dell'Asta, ricercatrice presso il Centro "Russia Cristiana" - una benemerita istituzione fondata e diretta da padre Romano Scalfi - ha preso per mano un pubblico numeroso ed attento, per guidarlo alla scoperta del dissenso in Unione Sovietica all'interno del primo totalitarismo del Novecento.
L'incontro è stato presieduto da Luigi Canalini, di Alleanza Cattolica, che da anni svolge con vasta competenza un appassionato apostolato culturale.
Marta Dell'Asta, profonda conoscitrice della storia e della cultura della Russia moderna e contemporanea, ha ricordato la vita e l'opera dei grandi testimoni che hanno rischiato la vita, oltre che la carriera e il posto di lavoro, per rendere onore alla dignità umana. La relatrice, rimandando al suo recente volume, tutto da leggere, ha evidenziato le caratteristiche originali dei dissidenti sovietici, le ragioni soprattutto spirituali della loro pacifica protesta. Non si può non rimanere stupiti e affascinati dalla posizione culturale dei dissidenti: una posizione che riposava sulla "certezza - afferma la Dell'Asta - che una cultura poteva essere per l'uomo, solo se era spirituale, se cioè riconosceva allo spirito il primato assoluto, di fronte al quale dovevano giustificarsi tutti gli altri valori, tutti gli aspetti della vita". I dissidenti non hanno mai fatto uso dei metodi della protesta e della rivoluzione, ma hanno quasi silenziosamente scardinato il potere sovietico facendo ricorso alle profonde risorse della coscienza umana, ben radicate nella solidità della tradizione culturale russa, cristiana, filosofica e umanistica.
La storia del dissenso in Unione Sovietica non è solo un capitolo interessante per la ricostruzione integrale del "secolo breve", ma diventa un metodo di vita, una lezione anche per noi, nell'oggi della nostra stagione, dove laicismo, relativismo e nichilismo rischiano non solo di censurare, ma addirittura di spegnere quella struttura spirituale, quella luce interiore che è alla radice della dignità e della libertà della persona umana.
Il parroco, don Alberto Franzini, per l'occasione ha dedicato al tema il Fascicolo n. 40 della parrocchia, nella cornice del "Giorno della memoria" dei tanti olocausti del XX secolo. Nella introduzione, don Alberto condanna la vulgata corrente che mette tra parentesi il totalitarismo di Lenin-Stalin e il sistema concentrazionario sovietico (i Gulag). "come se - scrive il parroco - nazismo e comunismo, Stalin e Hitler non fossero stati, anche storicamente, legati perfino da un patto scellerato (il patto Molotov-von Ribbentrop dell'agosto 1939), minimizzato o falsamente interpretato sui manuali dei nostri licei, che voleva la spartizione dell'Europa per consolidare l'egemonia delle due superpotenze totalitarie".

Giovanni Borsella


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