I PENSIERI DI ROSALIA
"Paola, tu spera oltre la speranza"
 
da "Ritrovarci": anno XXVII - numero 2 - aprile 2004

di Rosalia Adorni Fadani

Non sarà così per i bambini di Atocha, alle porte di Madrid.
Per sette piccoli dell'asilo, la bella "Cenerentola"non arriverà su una carrozza dorata, per Mari Paz e le maestre dell'asilo "Gardenia Cecienta", che tutti chiamano Cenerentola: è l'asilo dei pendolari!
Come sempre, anche oggi 11 marzo 2004 sono arrivati alle sette. Mari Paz sa che ogni giorno va così: sono anni che gestisce l'asilo dei pendolari. Maestre e bimbe sono riunite nel salone e, all'improvviso, la prima esplosione…tremare di vetri, fumo alto e nero. "Bambini, tutti giù!".
La stazione ferroviaria di El Paso è lontana soltanto mezzo chilometro. Ecco perché i genitori lasciano qui i figli per poter raggiungere subito il treno. Torneranno alla sera.
Non è così l'11 marzo: verso mezzogiorno cominciano ad arrivare…uno…poi due…poi un altro. Tornano scioccati, scampati a quella morte che aveva perso la coincidenza con la loro vita.
I pendolari sono arrivati all'asilo. Ne mancano sette.
Al pomeriggio, Mari, ormai sfinita,chiama la polizia. Arrivano gli psicologi di "Emergenza Madrid". I bambini vengono affidati a loro.
Mari appende all'esterno, sul cancello, un avviso: "L'asilo rimane chiuso i giorni 11 e 12".
Su un altro quotidiano del 14 marzo leggo una e-mail di Paola. Fra le tante pagine lette in questi giorni, le sue parole mi colpiscono:"E' Madrid , ma sembra Italia. Sono profondamente scossa e impaurita. E' questo il futuro? La vita umana, dunque, non vale niente?"
Paola, tu devi credere nel valore della vita! Noi non dobbiamo abituarci a considerare queste atrocità la normalità della vita.
In questi giorni siamo stati sommersi da mmagini orrende, e questa volta così vicino a noi; le sentivamo di più sulla nostra pelle, come dice Paola.
Abbiamo letto e sentito tante parole. Poter azzerare tutto…., nella speranza che le parole vengano discusse, dialogate, capite,accettate, che tornino a significare per tutti gli uomini di questa terra un valore di giusto accordo e verità.
Le duecento vittime di madrid, come le innumerevoli altre, vivranno anche nel ricordo del silenzio. Nei "tre minuti di silenzio", quando tutta l'Europa si è fermata, le immagini della televisione scorrevano mute su tanti luoghi, città, persone immobili, fermatesi in qualunque posto si trovassero in quel momento.
E nella fugace visione di Giovanni Paolo II, inginocchiato nella sua cappella privata, con il volto tra le mani, mi è sembrato di notare un abbandono, un dolore bagnato dal pianto.
Anch'ìo, nel silenzio, potrò ancora pregare. Quando anche la fede è messa alla prova, cerco le risposte nel Vangelo, ma non le trovo. Mi ritrovo davanti ad un "uomo innocente" appeso alla croce. E' la speranza nella resurrezione di quest'uomo, di Gesù Cristo; è la certezza che dopo la morte c'è un'altra vita che mi attende, che mi dà la forza di non cadere nello sconforto.
E allora nel mio cuore si accende la gioia della vita. La bellezza dei colori della natura, la luce del sole che anche oggi entra nella mia stanza, mi fanno sperare nelle gioiose grida dei bambini che si rincorrono nei nostri asili.
Sono la fiducia dell'ammalato, la forza dell'anziano che non si arrende al tempo, che portano a credere nella giustizia terrena e divina, che portano a sperare che finiscano le vendette, l'odio, le guerre.
E' la voce di mio marito che, accanto a me, mi dice:"Ma il mondo è fatto così: le guerre, l'odio, il male ci sono sempre stati. La tua è un'utopia.". Ma io voglio crederein questa utopia:"tu lasciami sperare".
Questi saranno i pensieri di Rosalia all'alba della Domenica di Pasqua del 2004 d.C.
A voi, che con pazienza mi leggete, auguro giorni, mesi, tempi sereni; se possibile, felici.

Rosalia Adorni Fadani


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