Il campo in montagna
Dal 12 al 23 di luglio a Fucine di Ossana (TN) ha coinvolto una quarantina di ragazzi e ragazze che accompagnati da un gruppetto di adulti ha goduto della vacanza riflettendo sulla figura di evangelica di Maria
da "Ritrovarci": anno XXV - numero 4 - aprile 2003

di M.A.

Il campo estivo del 2003 sarà ricordato certamente perché dopo venticinque anni il nostro oratorio ha cambiato: non più la Val Canali, non più il maestro, il proprietario della casa, non più le Pale di san Martino, non più la Baita don Bosco. I nostri ragazzi sono stati ospiti per undici giorni in val di Sole la quale, pur priva dello spettacolo delle Dolomiti, è stata un degno scenario per loro vacanze.
Il tema che ha legato le varie giornate è stato ispirato dalla proposta del papa di dedicare il presente anno al Rosario. Così la preghiera traeva spunto dalle pagine del Vangelo nelle quali è presente la figura di Maria e i momenti formativi erano mirati a conoscere la storia e la spiritualità di alcuni dei principali santuari mariani diffusi nei mondo. La ricetta di un campo in montagna è ormai consolidata da una lunga tradizione: le gite, i giochi, gli scherzi, le risate e le crisi di… convivenza, la visita dei genitori, le riflessioni. Tuttavia un orientamento sembra emergere dopo l'esperienza di quest'anno: proporre il campo estivo solo ai ragazzi che durante l'inverno abbiano seguito un percorso di formazione in oratorio. Non è la riedizione del vecchio schema che negava il partita di calcio a chi non aveva partecipato, per esempio, all'adorazione della domenica pomeriggio. E' piuttosto il tentativo di valorizzare la vacanza estiva come degna conclusione di un cammino e di sottrarlo alla sporadicità di un evento isolato. Tanti ragazzi, infatti, hanno partecipato ai campi dell'oratorio senza essersi mai affacciati prima negli ambienti parrocchiali e, pur recando a casa un buon ricordo dell'esperienza fatta, questa non ha portato alla costituzione di una relazione stabile, all'inizio di un inserimento in un gruppo d'oratorio. Si tratta di uno spunto, si tratta di sperimentare. C'è un anno davanti per parlarne…

Escursione nel torrente
Avete mai sentito parlare di rafting? Bene…Il rafting è uno sport che si pratica nei torrenti di montagna. Gli ingredienti principali sono acqua, gommone e coordinazione, conditi con un po' di allegria. Se amalgamiamo per benino il tutto otteniamo un'esperienza molto positiva ed emozionante.
Noi ragazzi del campo estivo in montagna (a Fucine di Ossana) abbiamo affrontato un'ora di rafting scoprendone la bellezza e il divertimento.
Dopo la "cerimonia della vestitura" ci siamo diretti verso il torrente tutti bardati con tute aderenti, giacche impermeabili, elmetti, giubbotti di salvataggio e con la pagaia alla mano. Dopo l'immancabile foto di gruppo, i due istruttori ci hanno illustrato i movimenti da compiere in caso di "uomo in acqua" e le posizioni da tenere durante la discesa. Abbiamo così capito che ci si deve sedere sui bordi del gommone e nei punti più critici, al comando dell'istruttore, ci si deve accucciare all'interno di esso. Trasportato il gommone nel torrente vi siamo saliti ed abbiamo provato i tre comandi da eseguire con le pagaie: "avanti", "indietro" e "stop".
A quel punto è iniziata la discesa e, quindi, la parte che tutti aspettavamo: dopo alcuni normali errori iniziali i tre gommoni presenti sono entrati subito in competizione interiorizzando i movimenti e vogando con forza. Inutile dire che eravamo fradici da capo a piedi, ma in fondo che divertimento ci sarebbe stato a rimanere asciutti?…
La prima parte del percorso è stata abbastanza dolce, poi è aumentato il tono, si è calmato di nuovo e l'ultimo tratto ci ha portato a destreggiarci nelle rapide, in un bagno di schizzi. Alla fine della discesa tre pulmini ci hanno riportato al centro rafting. Dopo esserci cambiati negli spogliatoi non ci restava che raccontare ai compagni rimasti a casa quello che si erano persi.


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