LA BARCA DELL'ACR


Ormai era un'abitudine consolidata: dopo la merenda i bambini dell'ACR salivano sulla barca per giocare un po' e fingevano di essere su un vascello o sulla nave di terribili pirati…si divertivano sempre un mondo! La barca era diventata il centro dell''attenzione anche di altri bambini durante la settimana.
Ma era da un po' che qualcuno pensava che nella barca ci fosse qualcosa di strano: un sabato, giocando, i bambini si erano accorti che il fondo della barca era un po' bagnato, ma non ci avevano fatto caso più di tanto! Solo il Don non era tranquillo. Il sabato successivo i bambini avevano visto che la barca era bagnata davanti e che attaccato al fondo c'era qualcosa di verde: sembrava che fosse un'alga…ma da dove poteva arrivare? Le educatrici avevano iniziato a fare battute e dicevano che forse la barca, di nascosto, era stata in Po…ma il Don era sempre meno tranquillo: qualche giorno aveva notato che sotto la barca il pavimento era bagnato, ma lui era sicuro che nessuno avesse usato dell'acqua in quei giorni..e non era nemmeno piovuto. E poi c'era stato quel rumore, quella notte che non riusciva a dormire…sembrava che venisse proprio dall'oratorio, e quando si era alzato per andare a vedere gli era sembrato che la barca non fosse lì…ma aveva dato la colpa al sonno… E se la barca si fosse davvero spostata? Non era possibile, lo sapeva, ma quel pensiero continuava a frullargli nella testa. Non osava parlarne con nessuno, nel timore di essere preso in giro. Riuscì a parlarne solo con Giampietro, in fondo l'aveva costruita lui la barca! Neppure lui, però, riuscì a trovare una soluzione logica.
Arrivò il giorno dell'uscita in tenda e i ragazzi dell'ACR erano entusiasti per il fatto che sarebbero rimasti fuori tutta la notte! Prima della cena i ragazzi si erano messi a giocare sulla barca e…ancora acqua! E non era acqua del rubinetto…inoltre c'erano delle piccole foglie. La cosa non era per nulla chiara, perché alla barca, quel giorno, non si era avvicinato nessuno e la sera prima le educatrici erano state lì con il Don per sistemare alcune cose e di acqua non ce n'era…si misero ad ispezionare per bene la barca e trovarono minuscole alghe e il chiaro segno che la barca era rimasta immersa in acqua…tutti erano piuttosto preoccupati e venne presa la decisione che la barca andava tenuta d'occhio. Fu a quel punto che Francesca disse che, mentre papà costruiva la barca, lei si era fermata a guardarlo e da un asse le era sembrato di sentire una risatina. Il papà le aveva chiesto che cosa ci fosse da ridere, ma lei non aveva affatto riso…e a Lorenzo era sembrato che una volta, mentre ci giocava che la barca si fosse alzata. Lui aveva preso una tale paura…ma non l'aveva raccontato, perché nessuno gli avrebbe creduto! Dunque, se nella barca c'era qualcosa di strano bisognava tenerla d'occhio, e così, una volta finito il bivacco intorno al fuoco, furono stabiliti dei turni di guardia con tre o quattro bambini ed una educatrice. Nessuno riusciva a prendere sonno per l'emozione…! Verso le tre, mentre erano di turno Gabriela con Sebastiano, Mirko, Anna e Monica la barca si mosse. I bambini a malapena riuscirono a trattenere un urlo e corsero a chiamare il Don e gli altri: in 35 secondi, ammutoliti e con gli occhi stropicciati, qualcuno senza scarpe, erano tutti di fronte alla barca che si stava muovendo. La scritta che Silvia aveva dipinto (OOOH ISSA) si era trasformata in due enormi e dolcissimi occhi che sembravano sorridere in direzione dei bambini. In quel momento Martina non riuscì a trattenersi dal dire: <Ma se ne va! Non voglio che vada via! È la nostra barca!> e si era messa a correre verso la barca, che all'improvviso si era fermata. 15 secondi e tutti, ma proprio tutti, erano sulla barca. Fu il Don a parlare: <Cara la nostra barca, se devi andare da qualche parte ci andrai insieme a noi!>. E la barca si mise di nuovo in movimento e i bambini non ci potevano credere! Claudia urlava di felicità e gli altri continuavano a ridere, senza riuscire a fermarsi. Nel giro di qualche istante erano già sul Po, a navigare sotto la luna, con il gracidìo delle rane ad accompagnare il silenzio profondo della notte. Chissà come faceva quella barca tutta malandata a muoversi con tanta leggerezza con quel carico sopra! Chissà come riusciva a galleggiare! L'aria era appena fresca e le educatrici si preoccuparono di coprire i bambini perché non prendessero freddo! Gabriele disse: <Ma stiamo sognando?>. E sua sorella: <No, non è un sogno! Non senti le goccioline di acqua che ci bagnano la faccia?>. Silvia provò a rivolgersi direttamente alla barca: <Dove stiamo andando?>. E la barca rispose! <Finalmente posso parlare con qualcuno! I tavolini e le seggiole del bar non sono molto chiacchieroni e mi ero ridotta a parlare solo con i sacchetti di misto!! È da tanto che ho voglia di raccontare a qualcuno quanto siano belli i miei viaggi notturni sul Po, su questo bellissimo fiume, con la natura che in silenzio ti parla di Dio! E sapete qual è la cosa che più mi piace? E' specchiarmi nell'acqua del fiume, è vedere che il fiume riflette e ti porta a riflettere, è capire cosa ci sta dicendo, è fissare nella mente le cose belle che vediamo e tenerle sempre nei cuori, fotografandole con gli occhi! Per esempio, adesso cosa vedete se guardate nell'acqua?>.
<Ci siamo noi! Siamo noi riflessi nell'acqua!> aveva detto Manuela!.
<Già, siete voi, i miei bambini dell'ACR! Poiché mi avete fatto costruire voi ora vorrei farvi un bel regalo! Forse non vi rendete conto di quello che vi sta succedendo…no, non mi riferisco solo a questo viaggio! Sto parlando soprattutto di quello che in questi mesi avete vissuto insieme! Provate a guardare meglio nell'acqua…>
<Guardate là, dice Giada, siamo noi durante la biciclettata!>
<E guarda di qui: stiamo scrivendo la ricetta della torta della felicità!>, dice Michela.
<Qui cantiamo OOOH ISSA!>, fa eco Noemi.
<Guardate: si vede quella volta che siamo andati alla casa di riposo!> dice Cristina.
<Qui invece stiamo pregando per il Papa>.
<Ehi, ci siamo noi che mangiamo la pizza con i nostri genitori!>
<E questa…sì, è la Via Crucis del Venerdì Santo!> dicono insieme Virginia ed Elisa.
<E qui siamo a Messa tutti insieme!>
<Ma avete notato che sotto ogni immagine c'è uno sfondo particolare?>, chiede il Don.
<E' vero…è il viso di Gesù! E c'è dappertutto!>, dice Paola.
<Ma cosa vuol dire?>
<Forse è perché Gesù ci ha sempre accompagnato in questi sabati, forse perché Lui era sempre con noi, forse perché è grazie al fatto che c'era Lui che siamo stati così bene, che ci siamo divertiti, che abbiamo fatto amicizia, che abbiamo voglia di imparare cose nuove e che, un pochino, siamo diventati bambini migliori…>.
La barca, rimasta zitta tutto quel tempo, si mise di nuovo a parlare: <Don Davide ha ragione! Siete bambini fortunati, e anche per questo ho voluto portarvi con me! Volevo mostrarvi queste cose perché non le dimentichiate, perché teniate sempre nel vostro cuore ciò che avete vissuto e perché impariate a donarlo ai vostri amici. Perché la gioia, quella vera, se la doni non diminuisce mai, anzi si moltiplica!>
Quella barca doveva proprio essere magica, perché all'improvviso i ragazzi si ritrovarono all'asciutto, in oratorio, con il nuovo giorno che era già iniziato. Nessuno osava parlare, per non rompere la magia, ma la barca si era fermata ed era tornata immobile e muta.
Fu il Don a rompere il silenzio: <Forza, ragazzi, torniamo verso le tende!>.

<Dài, svegliati, Simona!>: la voce di Anna chiama piano piano tutti i bambini.
<Uffa…ma allora…era solo un sogno…un sogno bellissimo! Sapete cosa ho sognato? Che la barca…> si intromette Silvia: <andava sul Po!> Francesca continua: <E ci faceva vedere tutte le cose che abbiamo fatto quest'anno all'ACR…!>…<Ma possibile??? Tutti abbiamo fatto lo stesso sogno?>. <Sembrava tutto così vero…ma che bello fare un sogno tutti insieme!!!>.
all'improvviso sbuca fuori Lorenzo che grida: <Ehi, venite tutti qua! C'è un pesce gatto!>. <Un pesce gatto? E dove???> <Qui, nella barca! Bisogna riportarlo subito in Po!>. <Sì, ma come facciamo?> arriva il Don: <In che senso come facciamo? Con la barca, naturalmente!> tutti: <Con la barca???>. <Ma bambini, non avete ancora capito?
Dal Vangelo secondo Marco:
Sono con voi da tanto tempo e non avete ancora capito?
Ordinò poi ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra riva, verso Betsaida. Egli salì sul monte a pregare. Venuta la sera la barca era in mezzo al mare ed egli solo a terra. Vedendoli però tutti affaticati nel remare, poiché avevano il vento contrario, già verso l'ultima parte della notte andò verso di loro camminando sul mare e voleva sorpassarli. Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: <E' un fantasma!> e cominciarono a gridare, perché tutti lo avevano visto ed erano rimasti turbati. Ma egli subito rivolse loro la parola e disse: <Coraggio, sono io, non temete!>. Quindi salì con loro sulla barca e il vento cessò. Ed erano enormemente stupiti in se stessi.