OLOCAUSTI
Tra la Giornata della memoria dell'olocausto ebraico (27 gennaio) e la Giornata per la Vita (3 febbraio) (Nov. 1997)

Il nostro ricordo delle vittime ha inizio là dove la vita trova il suo compimento e la sua pienezza: nello splendore di Dio che ama ognuno di noi e prima di noi.
Il potere della memoria di tutti coloro che sono stati vittime innocenti della violenza ci dà la forza di vincere la saggezza malvagia di chi discrimina perfino le vittime. La memoria delle vittime del nazifascismo (solo gli ebrei furono 6 milioni) non ci può e non ci deve far dimenticare le innumerevoli vittime del comunismo e i 50 milioni di creature umane abortite ufficialmente ogni anno nel mondo.
Tutte le vittime degli olocausti passati e di quelli in atto sono cadute là dove si è verificato o imposto il silenzio su Dio, con la conseguente distruzione della ragione e quindi della vita umana, dono di Dio. Le parole che Giovanni Paolo II ha pronunciato nel marzo del 2000 al Mausoleo di Yad Vaschem a Gerusalemme - dove si ricordano gli ebrei vittime dei lager ("Solo un'ideologia senza Dio poteva programmare e portare a termine lo sterminio di un intero popolo") - valgono per i tre grandi totalitarismi della nostra epoca e di quella parte di mondo che noi abitiamo: il totalitarismo nazista, il totalitarismo comunista, il totalitarismo nichilista e consumista.
Noi ci ribelliamo alla discriminazione tra gli olocausti del "secolo breve", secondo la quale solo Hitler sarebbe l'incarnazione di tutti i mali, mentre si tace sui gulag sovietici, istituiti e usati da Lenin e successori, nei quali sono stati soppressi 60 milioni di persone e sono successivamente serviti da modello ai campi di sterminio nazisti.
Come genitori, operatori culturali, educatori, persone libere, denunciamo tali discriminazioni, anche per il motivo che non favoriscono il processo di crescita educativa e la libertà culturale delle giovani generazioni.
Noi ci ribelliamo al silenzio della cultura dominante, connivente col crimine più abietto, l'aborto, che solo in Italia ha causato la morte di oltre 4 milioni di bambini uccisi legalmente nel grembo materno dopo l'introduzione della legge 194 nel 1978. Una società, quando diventa incapace di tutelare il più povero e il più indifeso dei suoi membri, può dirsi emancipata fin che vuole, ma in realtà è così affetta dal morbo del cinismo e dell'utilitarismo da conferire un sapore ipocrita a tutte le sue denunce sulle violenze umane, a tutte le sue lacrime sui dolori del mondo, a tutte le sue proteste sui disastri ecologici, a tutte le sue marce contro le guerre. Nessuna guerra infatti è più ignobile di quella che gli uomini, col consenso della legge e con il finanziamento della società, hanno scatenato contro i propri figli che non hanno visto la luce. E non conosce armistizi questa guerra, dichiarata da quello Stato che per compito istituzionale dovrebbe proteggere i più deboli dalle prepotenze dei più forti.
Esprimiamo la nostra denuncia anche ai responsabili delle nostre comunità civili ed ecclesiali, perché solo attuando ciò che è vero e giusto si può salvare e promuovere la dignità e la libertà dell'uomo, e con esse un'autentica democrazia.
Nel '900 Dio è stato messo a tacere con la persecuzione delle chiese cristiane; ai nostri giorni con il trionfo di un'ideologia materialista che, con astuzia, vuole ridurre la persona umana solo al soddisfacimento di bisogni fisici, senza pensare che ogni istante può essere un'apocalisse, cioè la rivelazione definitiva di ognuno di noi e del proprio mondo a noi stessi. La mentalità dominante ha decretato il trionfo del denaro contrabbandato per onnipotente; ha degradato il mercato da normale e opportuna occasione di scambi e di crescita personale e sociale a luogo dove si decretano i valori esistenziali.
La memoria è una facoltà inquietante, ma anche liberante, se ci riporta al presente della nostra vita e al vero destino della nostra avventura esistenziale. E mentre denunciamo ogni forma di male collettivo per non esserne conniventi e per non essere accusati, dalle future generazioni, di colpevole silenzio, non possiamo non denunciare la radice di ogni male e di ogni violenza, che abita nell'abisso del nostro cuore, come nel cuore di ciascuno, come ebbe a dire il Papa all'indomani dell'attacco terroristico in America: "Il cuore dell'uomo è un abisso da cui emergono a volte disegni di inaudita ferocia". Da questo male profondo, che sta alla radice di ogni male, soltanto la grazia del Figlio di Dio - il Verbo fatto carne, l'Innocente messo a morte, il Glorificato nel mondo nuovo della risurrezione - ci può radicalmente guarire.


Casalmaggiore (CR), 20 gennaio 2002

(Il presente documento è stato redatto da un gruppo di parrocchiani della Parrocchia di Santo Stefano in Casalmaggiore. Stiamo raccogliendo le adesioni, che vengono raccolte dalla domenica 20 gennaio alla domenica 3 febbraio 2002. Le adesioni si raccolgono in chiesa, ma possono essere fatte pervenire anche alla Casa parrocchiale, piazza Marini 4, Casalmaggiore).